Ha origini meridionali ma è nata e cresciuta a Torino con una mamma ed una nonna (due magnifiche cuoche) che le hanno trasmesso l'amore folle per l'arte culinaria. È una biologa specializzata in Biochimica Clinica e il suo sapere scientifico gioca sicuramente un grande ruolo per la realizzazione dei suoi piatti anche se ci ha confessato che: "Non sono tipo da cucina molecolare, la cucina per me rimane una questione di cuore". Effettivamente, è un aspetto che risalta subito agli occhi guardando le sue ricette: una fusione di semplicità ed armonia tradotta in squisite pietanze. Qualche anno fa ha deciso di aprire un blog che è diventato il suo "diario culinario" (vi consiglio di farci un salto!)
Cari Amici di PetitChef.it, oggi la nostra "blogger della settimana" si chiama Anastasia.
Qui di seguito troverete la sua bellissima intervista/dichiarazione d'amore nei confronti della cucina e chiaramente una selezione delle migliori ricette che ha condiviso sul nostro portale dedicato alle anime golose... Buona lettura!
Ciao Anastasia la prima domanda che pongo a tutti per stemperare un po’ la tensione: che cos’è per te la cucina?
La cucina… sembra una domanda banale invece è difficile! Ma se dovessi riassumere con una sola parola, direi che la cucina è amore. Amore a prima vista. E per me spassionato e viscerale.
Forse non ci si pensa mai in questi termini, ma da biologa mi viene naturale dirlo, cibo e affetto sono strettamente connessi, dagli albori della nostra vita e lo capiamo meglio se pensiamo alla prima cosa che fa d’istinto un neonato appena esce dal grembo materno: cerca il capezzolo, la sua fonte di vita primordiale. In altre parole identifica la propria madre come unica fonte di nutrimento. Con questa premessa possiamo quindi facilmente capire quante implicazioni affettive ci sono nel cibo e capire tante altre cose che condizionano la nostra alimentazione!
Il cibo non è solo fonte di sostentamento, importantissima e sacrosanta, per carità, ma è anche un connubio di affetti, emozion i, tradizioni, e cultura. Se fossi nata in India, per dire, la mia cucina sarebbe stata completamente differente! Ugualmente se avessi avuto una madre diversa dalla mia! Non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici, quando cuciniamo un piatto e lo portiamo in tavola, insieme a noi portiamo dietro un pezzo di storia.
Della nostra storia personale, ma anche della nostra cultura italiana, per cui il cibo è sacro. Noi italiani diamo un’importanza immensa al cibo, in ogni occasione importante o quotidiana della vita, ma non per tutti i popoli è così. Spesso sul mio blog ripropongo ricette che la mia mamma e la mia nonna cucinavano per me, le mie ricette del cuore insomma, e tutti ne abbiamo almeno una, se ci pensiamo bene. E sono quelle che attraverso un piatto ci fanno ri-gustare e riprovare un’antica emozione, quell’amore incondizionato che solo una mamma può avere per il proprio figlio! Per me è stato così e a mia volta cerco di rifare lo stesso con mio figlio, preparando per lui cibi sani, fatti con le mie mani, perché credo che l’amore e il “prendersi cura” passi anche attraverso un’accurata selezione di ciò che portiamo in tavola ogni giorno. La nostra salute parte dalla tavola, dalla scelta del cibo con cui ci nutriamo. Ed esserne consapevoli è già un passo importantissimo. Mia nonna diceva che il cibo cura anima e corpo, e quanto è vero, io ci credo!
Ho visto che nella vita sei soprattutto biologa, quanto pensi che il tuo lavoro abbia influenzato la tua passione per la cucina?
Tantissimo! In realtà credo siano la stessa passione, solo declinata in modo diverso. Due facce della stessa medaglia.
In percentuale, quanto metti del tuo lato da biologa quando cucini e quanto del tuo lato da cuoca quando lavori?
Direi al 100% Come dicevo sono entrambe lo specchio della stessa passione. Mi viene spontaneo in cucina misurare e dosare gli ingredient i come per seguire un protocollo in laboratorio, e cercare di vedere in pentola la reazione chimica che ci sta dietro.
Sei appassionata anche di Trekking; nelle tue escursioni hai avuto modo di conoscere piante, erbe, formaggi o comunque sapori montani sconosciuti che hai voluto poi inserire in una ricetta?
Sì un sacco di volte e mi piace trovare nuove ricette da sperimentare. Una fra le tante che ho fatto è la gelatina di tarassaco, raccolto durante una gita tra le nostre Alpi piemontesi.
Da dov’è nata l’idea di creare un blog di cucina?
Il blog è nato esattamente 5 anni fa nel gennaio del 2010, su suggerimento di un amico, che mi diceva che secondo lui dovevo farlo perché sarebbe stata una bella opportunità per me. Allora non sapevo nulla di blog e non capivo davvero niente, sono partita da autodidatta ma piano piano ho imparato moltissime cose.
Effettivamente ho avuto splendide esperienze grazie al mio blog che è stata una sorta di vetrina virtuale grazie alla quale ho potuto instaurare diverse collaborazioni anche lavorative, come un nuovo progetto partito a gennaio di quest’anno: la mia rubrica la “Scienza a Tavola”, su cui scriverò mensilmente sulla rivista cartacea "A Tavola", di cui sono davvero fierissima. Infine ho conosciuto davvero tante tantissime persone eccezionali, che senza il blog non sarei mai riuscita ad incontrare.
Le foto del tuo blog sono davvero molto belle, complimenti! Hai seguito qualche corso particolare di food photography? Hai imparato a fotografare bene per necessità del blog o era già una tua passione?
Grazie dei complementi, che ovviamente fanno sempre piacere! Ho sempre amato fotografare, ma fino a qualche anno fa mi sono dedicata per lo più ai paesaggi, immortalando posti magnifici durante i miei viaggi o le lunghe camminate di trekking. Ho fatto anche un pezzo del Cammino di Santiago, quello del nord, tra gli splendidi paesi baschi, un’esperienza meravigliosa che vorrei rifare prima o poi. Da quando ho aperto il blog invece piano piano mi sono appassionata anche alla food photography.
All’inizio non mi interessava nulla della foto del piatto, credevo fosse molto più importante comunicarne il contenuto. Fotografavo con una compatta e se vado a riguardare le prime foto che mettevo sul blog mi sembrano orribili! Ma in fin dei conti il blog è cresciuto con me è una sorta di diario culinario ed è possibile scorrere anche attraverso i miei progress i. In cinque anni credo di essere migliorata moltissimo, in cucina ma anche con la fotografia. Nel frattempo mio marito mi ha regalato una bellissima digitale e ultimamente anche un 50 millimetr i con cui fotografare il cibo è quasi una passeggiata. E poi sì, due anni fa ho fatto un corso di food photography con una amica blogger conosciuta in rete, deliziosamente brava: Laura Adani una meravigliosa maestra. Le sue foto mi fanno sempre sognare!
Prepari molte cose da sola: burro, liquori, panna, pasta… qual è la cosa più difficile da creare secondo te?
La pasta choux, quella per preparare i bignè per intenderci! Ma con qualche piccola “dritta scientifica”, si può riuscire nell’intento anche da inesperti!
Qual è il piatto che preferisci cucinare di più in assoluto?
Gli arrosti, i brasati in particolare, ma anche se so che non è un piatto vero e proprio, di istinto direi il pane, che è l’alimento per eccellenza! Fatto in casa mi regala sempre un’emozione nuova, una magia, anche se l’ho già fatto mille volte.
Ultima domanda, ma non per importanza: cosa non deve assolutamente mancare nella tua dispensa?
Le spezie e le erbe aromatiche che uso fresche in estate e secche in inverno, farina e uova e da quattro anni a questa parte, il mio amato lievito madre, che devo accudire e nutrire ogni 4-5 giorni!
Commenti dei membri:
Beneper Anastasia.La cucina è amore e quindi lei ne ha molto da dare
Bravissima! interessante intervista che rispecchia te stessa e quello che cucini. Ciao, Marica