"Un po' umbra, un po'toscana, un po' romana!". È in questo modo che la nostra blogger della settimana risponde se le si chiede quali siano le sue origini.
È una donna molto solare e positiva. Sempre con l'asso nella manica e pronta reinventarsi.
È sposata, ha due splendide figlie (anche loro aspiranti foodblogger) ed una dolcissima gattina con gli occhi blu. Per diversi anni ha vissuto in Europa centrale tra gli odori intensi e avvolgenti del Gulash ed il paradisiaco sentore delle pasticceria mitteleuropea: ricordi olfattivi che a volte le fanno venir voglia di riproporre queste deliziose pietanze a tutta la sua famiglia.
Cari amici, vi presento Monica. L'autrice del blog di cucina "L'emporio 21".
Scoprite cosa ci ha raccontato...
Ciao Monica. Da dove viene il nome del tuo blog?
"Emporio" deriva da "L'emporio della Cesarina". La Cesarina era una rubiconda signora della campagna umbra. Aveva una bottega dove ci trovavi di tutto: il profumo francese accanto al salame, i bulloni vicino alle uova, le creme per il viso accanto alle sementi. Un emporio appunto dove trovavi anche l’impensabile. Ecco, questa l’idea di fondo del mio blog. Chiacchiere, ricette, storie vere o mieiracconti.Un luogo dove fermarsi e rilassarsi. Il "Ventuno", invece, è legato al giorno in cui sono nata. Una sorta di portafortuna!
Come e quando ti è venuta l'idea di aprire un blog di cucina?
Durante la calda e torrida estate del 2012. Costretta all'immobilità da un infortunio, ho cominciato a riorganizzare i tantissimi foglietti di ricette sparsi nei miei archivi. Il passo successivo è stato il desiderio di condividere con l’etere tutto il materiale raccolto negli anni.
Cosa ne pensano le tue figlie di questa iniziative?
Le mie figlie sono abituate ad avere una mamma vulcanica. Sono le mie critiche più severe. Sulla mia scia anche loro hanno aperto dei piccoli blog: amano scrivere e io, ovviamente, mi sento di incoraggiarle.
Cos'è per te la cucina?
La cucina è amore, è dedizione, è coccola, cura di se stessi e dei propri cari. A volte è sofferenza, nostalgia di un sapore perso o la magia di un odore ritrovato.
Dici di essere "Un pò umbra, un pò toscana, un pò romana", ma per quale regione provi più senso di appartenenza?
Non riuscirei a scegliere! Le mie radici sono umbro-toscane. Il mio cuore, i miei ricordi, gli abbracci dei miei genitori, dei miei nonni sono legati indissolubilmente a quelle due regioni. Alla cascina dove andavamo d’estate, alle distese sconfinate dei campi, a quel modo di parlare che ogni tanto esce fuori in maniera prepotente. A Roma c’è il presente: la famiglia che mi sono creata.
Secondo te qual è il migliore prodotto della tradizione umbra?
Il prosciutto di Norcia. Ne potrei mangiare come se non ci fosse un domani!
E di quella toscana?
La pappa al pomodoro.
Se fossi un piatto romano, quale pietanza saresti?
Un maritozzo con la panna
Tu hai viaggiato molto nell'europa centrale... C'è un piatto che ti è rimasto nel cuore e che riproponi spesso alla tua famiglia?
Molti sono i piatti che mi sono rimasti nel cuore. Quelli che tendo a riproporre spesso sono senza dubbio il Gulash e la Linzer Torte.
Ci racconti un aneddoto culinario legato alla tua infanzia?
Più che un aneddoto un ricordo di un desiderio accarezzato a lungo: quello del mitico e magico Dolce Forno, desiderato e chiesto per più di due anni a Babbo Natale. Volevo emulare la mia mamma che sfornava dei ciambelloni paradisiaci. A forza di letterine, un 25 dicembre mattina di tanti anni fa, l’ho trovato sotto l’albero. Alla fine l'ho fuso per tutte le volte che l’ho utilizzato!
Il famoso antropologo francese Claude Levy Straus disse: "La cucina di una società è il linguaggio nel quale essa traduce inconsciamente la sua struttura". Secondo te la cucina italiana rappresenta la struttura dell'Italia contemporanea?
Senza dubbio. Genio e sregolatezza del suolo italico!
La cucina come luogo di incontro di fantasia e studio. Di empirismo e di teorie. La cucina come fusione tra la cultura umanistica e quella scientifica. Divario a volte incolmabile, a volte diviso solo da un filo sottile.
La nostra cucina è lo specchio della nostra società e penso che lo sia sempre stata. Una cucina povera, una cucina tesa a valorizzare la ricchezza del territorio. Su questo substrato si incastra alla perfezione la ricerca scientifica, la conoscenza specifica. La cucina italiana e i suoi rappresentanti sono lo specchio di un paese vivo e ambizioso.
Vi lascio con alcune delle sue migliori ricette. Fateci sapere qual è quella che preferite!
Buon Appetito!
Commenti dei membri:
IO SONO EMILIANO .. MA.............. AMO LE TUE RICETTE ......TANTISSIMI CHEF DI CUCINA DOVREBBERO LEGGERE IL TUO BLOG..... ALDO
53