I vecchi detti hanno sempre un loro fondamento filosofico, anche a tavola. Gli adagi “Ogni grano torna a solina” e “La solina è la mamma di tutti i grani” dimostrano come questo rustico grano tenero, particolarmente resistente al freddo, un tempo era una coltivazione molto diffusa in buona parte dell’Appennino abruzzese.
Documenti storici attestano la presenza della solina in Abruzzo già nel 1500, quando venne citata in alcuni atti notarili di compravendita stipulati presso la Fiera di Lanciano.
Sciogliere lo lievito con lo zucchero in poca acqua tiepida (presa dal totale).
Mescolare le farine,l'olio e lo lievito sciolto nell'acqua.
Aggiungere la rimanente acqua poco per volta ed impastare fino ad avere un composto liscio ed omogeneo(se non possedete un'impastatrice,come me,impastare a lungo anche per una decina di minuti).
Aggiungere il sale verso meta' lavorazione,non subito.
Formare un panetto,coprirlo con un panno umido e lasciarlo lievitare in un luogo tiepido per almeno due ore.
Quando l'impasto sara' lievitato a sufficienza,ricavare dei panini e dargli la forma desiderata(io ho scelta la treccia),sistemarli sulla placca rivestita di carta forno,spennellarli con un filo di olio e cospargerli con un pizzico di sale grosso;lasciarli lievitare ancora per circa 30 minuti.
Commenti dei membri:
Buonissima
Mi piace di più con lievito naturale