Sono affettivamente molto legata a questo tipo di pane impastato con la semola di grano duro rimacinata perchè mi ricorda sia come consistenza che come profumo il pane berbero che mia cognata sforna spesso, il Khobz Dar (Pane di casa).
La Mafalda è indubbiamente tra le forme di pane più diffuse in Sicilia e, in particolare, nella città di Palermo.
Impastare in una ciotola battendo fino ad ottenere un impasto non troppo morbido, rovesciare sul tagliere e lavorare battendo per 10 minuti.
Mettere il tutto in una ciotola unta di olio e far riposare per un’ora (fino al raddoppio).
Rovesciare sul tavolo l’impasto e lavorarlo nuovamente, poi dividerlo a metà e formare due palle; poi, con una di queste, formare un filone, praticarvi due o tre tagli trasversali, pennellarlo con acqua e appoggiare la superficie bagnata su uno strato di semi di sesamo.
Formare, con un’altra palla di pasta , un secondo filone lungo e sottile, formare con quest’ultimo una serpentina, arrivare fin verso la fine del filoncino, sollevare l’ultimo tratto, passare sulla serpentina stessa e fissare l’estremità.
Pennellare con acqua e appoggiarlo, a sua volta, sui semi di sesamo.
Disporre sulla teglia e lievitare ancora circa un’ora e mezza (per me un’ora); infornare a 210 per 15 minuti, poi abbassare a 190200 per altri 10 minuti, infine appoggiare i pezzi sulla rete (per me sulla griglia) e cuocere per altri 15-20 minuti (per me 10 minuti).
Note:
Se non trovate il malto potete sostituirlo con pari quantità di miele o zucchero.
Io avevo in casa una miscela di semola di grano duro maltata ed ho sostituito 1 cucchiaio di semola normale con 1 cucchiaio di quella maltata.