1) Questi ingredienti si impastano tutti insieme fino ad ottenere una pasta liscia e un po' più morbida della normale pasta frolla; non deve in ogni caso appiccicarsi, per cui se necessario aggiungete ancora una spolverata di farina.
Con la pasta foderiamo uno stampo a bordi alti da 26 cm. di diametro, per intero e poi spalmiamo il guscio ottenuto con 200-250 circa di marmellata di visciole o di amarene.
Lo confesso, usato quasi sempre le amarene perché le prime volte che preparato la crostata ero a San Francisco che non è esattamente la patria della visciola; stavolta invece, va' un po' a capire come si chiamano le visciole in tedesco; pure cercato sul vocabolario e visciola è sempre tradotto Maraske, Weichsel, Sauerkirsche che vuol dire, appunto, amarene a quel punto, pazienza.
L'importante è che non sia una marmellata eccessivamente dolce, perché la caratteristica di questa crostata è il contrasto tra le visciole, che sono asprigne, e la crema di ricotta.
Un ottimo risultato lo otterrete con una marmellata del tipo senza zucchero, dolcificata con sciroppo d'agave o melassa, che si trova nei supermercati bio.
Decoriamo con la solita grata, e via in forno: a 180º per un'oretta. In cottura si gonfierà, come la pastiera o il cheesecake, e poi si abbasserà una volta fuori.
Tutto sotto controllo, è normale. Va tagliata solo quando è completamente fredda per non "squacquerare" la marmellata
Commenti dei membri:
Buonissima
Sicuramente buona...ma non è quella che fanno al forno boccione di roma
Buonissima