Con questi ingredienti dovrete impastare una specie di marzapane; se lo preferite più dolce, "aggiustate" secondo il vostro gusto. Le ricette marocchine prevedono infatti un tant pour tant, uguale quantità di mandorle e zucchero, ma per me, che non amo il marzapane stucchevole, era un po' eccessivo. Posso comunque assicurarvi che la pasta sarà molto dolce già così.
Intanto mescoliamo il tutto a mano o con il mixer, ma a velocità bassa, tenendo conto che l'acqua va aggiunta per ultima perché a seconda di quanto assorbe la vostra farina, potrà essere ridotta: la pasta dev'essere infatti soda e verrà distesa a mano, previa repressione dell'impulso di lanciarla contro il muro durante la prima fase del lavoro, che è la più difficile.
Bisogna infatti "romperla" col palmo della mano e stirarla, perché diventi liscia ed omogenea. Ma ne vale la pena. Una volta ammorbidito l'impasto, lo si divide in panetti e li si lavora singolarmente.
Ci vorrà una buona mezz'ora di lavoro e poi sarà il momento del mattarello, che servirà per stendere ogni panetto in una sfoglia molto sottile; i soliti fortunati possessori della macchina per la pasta possono farsi due risate alla faccia di noi poveracci.
Le corna di gazzella devono adesso riposare per almeno un paio d'ore per consentire alla pasta di asciugarsi. Poi dovranno cuocere in forno a 175º per venti minuti circa, ma senza assolutamente dorarsi.
Bisogna sorvegliare, quando lo zucchero contenuto nel marzapane comincerà a caramellarsi sarà il momento di tirarli fuori, senza lasciarlo scurire.
I pasticcini si servono cosparsi di zucchero a velo, e secondo alcune versioni si intingono in uno sciroppo di acqua e zucchero prima di rotolarli in quello in polvere. Si accompagnano con il thé alla menta.