Con questi ingredienti impastato una frolla, messa al fresco per mezz'ora e poi foderato uno stampo quadrato da 23 cm. circa. Poi fatto cuocere la base in forno caldo, a 180º, per dieci minuti, coperta da stagnola e da pesetti; poi eliminato i pesetti e lasciato ancora per qualche minuto a completare una leggera doratura.
Si tratta, nella pratica, della crema che uso per la greca bougatsa, da preparare con lo stesso procedimento : riscaldamento del latte fino a bollitura con la vaniglia e il limone, cottura mescolando per dieci minuti, infusione; miscelatura di semolino, farina di riso, uova e zucchero, aggiunta al latte ormai tiepido e cottura a calore medio, sempre mescolando, fino a che la crema non si è addensata. Una volta intiepidita anche la crema, versata sulla base; e dopo inizia la fase più fastidiosa, cioè la decorazione. Non tanto per l'impasto in sé - dovete prevedere, come per i savoiardi.
Si montano i tuorli con lo zucchero e gli albumi a neve, si incorpora un po' di albume per alleggerire e poi la farina, con delicatezza, alternata al resto degli albumi.
Il problema arriva perché l'impasto si deve far scendere a grata con la bocchetta da pasticceria, il ché, se è già tardi e volete sbrigarvi e sporcare il meno possibile, com'era il caso mio, farà inveire contro Praga, i panifici praghesi e che segnalato questo dolce.
Comunque sia, arrivati alla fine, è fatta: in forno a 150-160º, finché la grata non assume un bel colore dorato di pan di Spagna. Per servirla, zucchero a velo.