Impastate la farina con il latte fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico con una consistenza simile alla pasta per il pane. Riponete il composto in una terrina, coprite con della pellicola (o semplicemente con un coperchio) e lasciate riposare per un’ora circa a temperatura ambiente. Durante questa fase l'impasto si ammorbidirà ulteriormente. Nel mentre, iniziate a preparare i restanti ingredienti da unire all’impasto. Grattuggiate la scorza delle arancie e raccoglietela in un pentolino. Dopo di che tagliate a metà le arance e con lo spremiagrumi filtratene il succo. Versatelo nello stesso pentolino dove avete appena raccolto la scorza grattuggiata (vi consiglio il pentolino perchè potreste aver bisogno di scaldare il liquido) e unitevi anche la miscela di liquori (75 ml circa di filu 'e ferru e circa 75 ml di anice). Utilizzate qualche cucchiaio di questo liquido per diluire lo zafferano e unite anch’esso al resto della miscela. Sciogliete il lievito di birra in un poco di latte (per le temperature dei liquidi da unire all'impasto, valgono sempre le solite regole della lievitazione: se lavorate in un ambiente molto freddo intiepiditeli leggermente ma non oltre i 40 - 45 gradi). Trascorso il tempo di riposo, riprendete l’impasto di farina e latte preparato precedentemente e iniziate ad ammorbidirlo versando, dapprima il lievito sciolto nel latte, poi, poco per volta, aggiungete la miscela liquida di succo di arancia e liquore (eventualmente intiepidita). Man mano che aggiungerete il liquido l’impasto tenderà a diventare sempre più morbido, fino ad un punto che risulterà impossibile lavorarlo utilizzando i pugni come di consueto, ma da adesso in poi dovrete usare la mano aperta e “schiaffeggiare” l’impasto fino a fargli assorbire tutto il liquido. Dopo di che coprite il tutto con un canovaccio, e se la temperatura è bassa, aggiungete anche delle coperte. Disponete il contenitore in un punto lontano da correnti d’aria. Lasciate lievitare per 2 - 3 ore (ovviamente il tempo di lievitazione è in relazione alla quantità di lievito che avete utilizzato e alla temperatura dell'ambiente), fino a quando il composto avrà raddoppiato il suo volume iniziale. La comparsa delle prime bolle in superficie vi suggerisce che è giunto il momento di prepararvi alla cottura.
Prendete una padella larga, riempitela di olio, mettela sulla fiamma vivace e attendete che l’olio si scaldi per bene. Nel frattempo chiamate il vostro aiutante (potete operare anche da soli, ma io ho sempre visto la collaborazione di più persone!) e iniziate e riempire la saccapoche, o un imbuto con un foro largo circa 2 centimetri, con l’impasto. Quando l’olio ha raggiunto la giusta temperatura, (verificatela immergendo un pezzetto piccolo di impasto che dovrà galleggiare) fate colare l’impasto a partire dal centro della padella e muovete il sacchetto in modo da creare una spirale. Il vostro aiutante provvederà a girare tempestivamente la zippola in modo da farla dorare da entrambe le parti.
Mio padre gestisce la zippola appena immersa nell'olio. Quando sarà ben colorita scolatela. Disponetela quindi sulla carta assorbente in modo da togliere l’unto in eccesso e successivamente ricopritele di zucchero semolato.
Le zippole cosparse di zucchero Procede in questo modo fino ad esaurimento dell’impasto. E’ solo una mia sensazione o sembra davvero impossibile fare tutto questo in solitudine?? Noi eravamo in quattro e ad ognuno era affidato un ruolo più o meno importante: io riempivo il sacchetto (la cosa più semplice da fare, soprattutto ben lontana dall'olio!), mia madre lo guidava nell’olio bollente, mio padre rivoltava la zippola appena formata e mio marito la ricopriva di zucchero (anche questo è un compito molto semplice!). Ed ecco qui il risultato del lavoro di quattro persone: